Bologna è una città perfetta per le biciclette. Invece è piena di motorini, che sono pericolosi per chi li guida (soprattutto), rumorosi, inquinanti e invadenti. Questo spazio è dedicato a discutere come cambiare questa situazione, per ridare alla città un volto sostenibile.

Wednesday, February 02, 2005

Cosa serve (oltre alle piste)

Per migliorare le prospettive ciclabili di Bologna servono i posteggi. Quelli che ci sono (pochissimi) stanno nascosti sotto i portici, nelle zone pedonali, in angoli sconosciuti della stazione ferroviaria, e così via. Invece le bici stanno buttate dove capita, appoggiate a pali, colonne, cartelli pubblicitari, in mezzo ai piedi di chi deve camminare (magari in carrozzina) su marciapiedi larghi anche meno di un metro.

E' necessario che ogni strada, anzi ogni tratto di strada, abbia una rastrelliera. E la rastrelliera va messa al posto di un posto auto. Ogni posto auto così soppresso consentirebbe di posteggiare fino a dieci biciclette, in modo che la/il ciclista che arriva anche in zone poco conosciute sappia con certezza che troverà una sistemazione per il suo mezzo di trasporto.

Ecco, l'idea della bicicletta come mezzo di trasporto implica la necessità di realizzare posteggi per le bici ovunque, in tutte le strade di tutti i quartieri, davanti a tutte le aziende, uffici pubblici e privati, luoghi pubblici, giardini e scuole, cinema e discoteche. Quando Bologna avrà diecimila rastrelliere allora le sue centomila biciclette potranno circolare ovunque e cambierà (in meglio) l'aria e la vita della città.

Wednesday, October 20, 2004

Una modesta proposta (Swift docet!)

(lettera inviata a Cofferati il 10 ottobre 2004, stavolta al sito ufficiale del Comune)


Caro Sindaco,

sono costretto a sottoporTi una questione “micro” che rischia davvero di scomparire nel mare di questioni “macro” che stai affrontando, però siccome questo problemino riguarda la vita quotidiana mia, della mia famiglia e di tutti gli abitanti della mia strada, te lo pongo lo stesso.

Via dell’Oro, la mia strada, è a due passi da Porta Castiglione e, benché io faccia il massimo uso possibile di piedi e bicicletta, ogni tanto, per caricare/scaricare, ci devo entrare in macchina.

Beh, per entrare nella mia strada in macchina, invece di percorrere i trenta metri che la separano dal viale di circonvallazione, io sono costretto a fare un giro lunghissimo di quasi un km, tutto in centro storico e tutto ovviamente a motore acceso. Naturalmente quel che faccio io lo devono fare tutti gli altri. Fino a qualche mese fa sopravviveva in quel tratto di Via Castiglione una vecchia corsia degli autobus, che (lo ammetto) ogni tanto percorrevo senza averne diritto per i famosi trenta metri. Ora però da qualche mese, grazie a uno degli ultimi interventi della giunta precedente, la corsia è scomparsa, sostituita da un parcheggio per moto e auto.

Io Ti chiedo di considerare il ripristino di trenta metri di passaggio necessari per raggiungere via dell’Oro da Porta Castiglione, da rendere accessibile naturalmente solo ai residenti, con le solite regole del centro storico.

Quei trenta metri consentirebbero tra l’altro, e qui torna l’interesse del ciclista, di (ri)costruire l’invisibile ma efficace pista ciclabile via Castiglione, vicolo Viazzolo, via degli Angeli, via Orfeo, che consente da Porta Castiglione di raggiungere in bici con facilità via Dante e piazza Carducci senza fare i viali, che per le bici sono ormai tabù.

Allego uno schemino che facilita la comprensione di quel che ho forse un po’ confusamente chiesto.

Certo del Tuo interessamento ti ringrazio e ti auguro buon lavoro



Monday, September 20, 2004

Qualche idea in ordine sparso

Ogni volta che pedalo per Bologna mi viene in mente qualcosa di utile (almeno per chi va in bici). Per esempio oggi sono andato all'Oviesse in via dei Mille e mi sono domandato: ma perchè un supermercato come questo, che si affaccia sotto i portici, non piazza qualche bella rastrelliera per le bici dalle parti dell'ingresso? Chi arriva lì in bici (e mi sembra siano in molti) è costretto a buttare il mezzo dove capita, addosso a un pilastro, legato solo a se stesso.
Chiaramente la proposta potrebbe essere fatta propria anche dal Comune, in accordo con i gestori interessati. La rastrelliera furba può portare un pannello pubblicitario e deve avere i paletti con l'anello, che consentono la massima sicurezza di legatura (incatenare sia il telaio che la ruota anteriore è essenziale per garantirsi che i ladruncoli non ti freghino qualche pezzo...).
Vedremo...

Wednesday, August 18, 2004

La risposta!!

Caro VIC58,

ti ringrazio per il contributo che mi hai inviato. Sono anch'io un ciclista, non pentito, e mi sono accorto immediatamente, venendo a Bologna, quali siano le difficoltà che si incontrano a circolare in bicicletta. Come ho già scritto sul mio diario, all'interno del sito.
La nostra città vanta un primato negativo: è ultima in Regione per dotazione di piste ciclabili. Ogni cittadino della nostra città ne ha a disposizione 0,09 metri per abitante. Negli ultimi 3 anni la Regione Emilia-Romagna ha stanziato 31 milioni di euro per la realizzazione di nuovi percorsi. Il 20% di queste risorse sono state “acquisite” da Reggio Emilia, il 16% da Ferrara, il 14% da Parma; solo il 6% è andato alla Provincia di Bologna, ma tutti nei Comuni limitrofi alla città, che non è stata in grado di presentare neanche un progetto. Questi dati la dicono lunga sulla mancanza di volontà dell'attuale amministrazione di prendere iniziative su questo terreno. Eppure le caratteristiche morfologiche di Bologna, non tanto dissimili da quelle di altre città della nostra Regione, si prestano a sviluppare questo tipo di mobilità. Alle piste ciclabili è dedicato un capitolo del programma.
Le tue proposte sono ampiamente condivisibili, aggiungo solo un punto: Bisogna rendere sicure le dimore per le biciclette. Appena giunto a Bologna un mio vicino di casa, vedendomi uscire con la bici, mi ha avvertito “ stia attento dove la mette, perché qui a Bologna le rubano”. Colpito dalla curiosità mi sono informato: il numero di furti è sorprendentemente alto, ed è uno dei motivi che fanno desistere le persone ad usare questo mezzo di trasporto individuale.

Grazie

Sergio Cofferati (3 maggio 2004)

Una lettera al Cinese

Caro futuro Sindaco di Bologna,

Ti scrivo sul problema della mobilità, del traffico e della salute a Bologna. Nessuno crede più alla panacea però è importante considerare che alcune cose semplici possono migliorare di molto la situazione attuale, che è ormai insopportabile per livello di pericolo, inquinamento e invivibilità, specie per i più piccoli e i più deboli.

Io credo in una di queste cose semplici: la nostra città deve ritornare a considerare seriamente la bicicletta come mezzo di trasporto, prendendo a modello quanto si fa a Ferrara e nelle altre città d’Europa (Zurigo docet in questo settore).

Cosa bisogna fare per aiutare la diffusione della mobilità ciclabile a Bologna?

Bisogna:

- convincersi che ogni bicicletta in circolazione significa un vantaggio materiale e monetario per la città e i suoi abitanti dal punto di vista della sicurezza, dell’occupazione di suolo pubblico, del traffico, dell’inquinamento dell’aria, del rumore, in definitiva della qualità di vita;

- convincersi che la politica della mobilità ciclabile deve avere un budget stabile e sostanziale perché servono investimenti che devono proseguire per anni;

- rendersi conto che, come le auto e le moto, la bicicletta ha bisogno di spazi di parcheggio riservati, diffusi e capillari: ogni strada deve avere una rastrelliera e se la strada è lunga ci deve essere una rastrelliera ogni isolato. Questo non deve valere solo per il centro storico. Le rastrelliere vanno realizzate al posto di un posto auto e vanno corredate di una leggera tettoia, con cartelli che ne spieghino il valore e indichino la posizione delle altre rastrelliere nei paraggi.

- adattare le norme di circolazione in città garantendo alle bici la precedenza sulle auto negli attraversamenti pedonali e la percorribilità ciclabile al contrario nelle strade a senso unico, e realizzare porzioni di pista ciclabile su tutti i marciapiedi più larghi di 2 m.

- convincersi che la mobilità ciclabile va insegnata ai giovani e ai loro genitori. Bisogna costruire con le scuole e le associazioni volontarie dei percorsi formativi che riportino in auge la bici anche come mezzo di trasporto, cercando sponsorizzazioni e aiuto per esempio tra i rivenditori e i riparatori di biciclette, che hanno un interesse economico evidente nella massima diffusione del mezzo stesso.

Non la faccio lunga, anche se su questo argomento ci sarebbe molto da pianificare e da fare. Se questa prospettiva ti interessa mi metto a Tua disposizione per lo sviluppo ulteriore di questa tematica.

Grazie per l’attenzione e buon lavoro
VIC58

Introduzione

C'era una volta Bologna delle biciclette e dei tram. Ora invece c'è una città piacevole solo a ferragosto, quando i fracassoni sono a fare fracasso da qualche altra parte, per esempio al mare (quella specie di mare che chiamano Adriatico). In agosto i marciapiedi servono per camminare (e non per parcheggiarci il motorino) i portici idem come sopra, l'aria è pulita e la città è tranquilla.
Chi arriva da fuori dice: "mi piacerebbe viverci", poi ritorna in settembre e dice "siete matti!". Il chiasso e la puzza sono tali che ormai la gente scappa, va a vivere fuori, però a lavorare torna tutte le mattine, in macchina e in moto, e la puzza, il rumore e il caos continuano ad aumentare.
Che fare? (citazione ad uso dei leninisti) .
E' chiaro che c'è un problema politico, sociale e di costume. Sentiamo se c'è qualche opinione...
Bye